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Trento, 15 ottobre 2006
LAGO D’IDRO, FUTURO MENO BUIO
La mozione del consiglio provinciale prevede anche la quota minima di 368 metri. Bordiga: «Siamo raggianti»
da l’Adige di domenica 15 ottobre 2006

«Decisione storica», la definisce il promotore, il consigliere provinciale Verde Roberto Bombarda. E decisione storica la definiscono anche coloro che sul lago d’Idro vivono e negli ultimi lustri hanno sputato sangue per la sua salvaguardia.

Già, perché dall’altro giorno c’è una mozione proprio sullo specchio d’acqua che separa (o che unisce, vedete voi) Trentino e Lombardia, fra la valle del Chiese e la valle Sabbia. Bombarda aveva presentato una mozione nel 2005, alla quale ne aveva fatta seguire un’altra nel 2006. Cucite insieme, sono state approvate all’unanimità dal consiglio provinciale, con un dispositivo frutto di un lavorio di diplomazia fatto anche con la giunta provinciale.

Di storico, a sentire i protagonisti della vicenda, ci sono due fattori. Primo: il consiglio provinciale per la prima volta ha discusso e approvato un documento su questo laghetto (meno di tredici chilometri quadrati di superficie) tutto su territorio bresciano, se si esclude la sponda nord-orientale, che bagna Baitoni. Si tratta di un lago dimenticato. O meglio, a essere dimenticati sono gli interessi della popolazione locale. Infatti è stato trasformato a partire dal 1917 in una sorta di bacino artificiale al servizio degli agricoltori bresciani e mantovani, nonché dei produttori di energia elettrica. A nulla, finora, sono servite le proteste di chi sul lago vive: silenzio totale in particolare della Regione Lombardia e dello Stato. Storica la decisione, infine, perché a pronunciarsi a favore della mozione Bombarda è stato il consiglio provinciale all’unanimità, senza distinzione di colore. Ed effettivamente, in tempi in cui il clima politico non è di quelli da baci e abbracci, l’unanimità è merce che non si espone molto spesso sugli scaffali.

Ma vediamo il dispositivo legato alla mozione. Per primo si invita la giunta «a proseguire nell’azione di coinvolgimento della Regione Lombardia ai fini della sottoscrizione dell’accordo di programma». Il medesimo prevede l’istituzione del Comitato di coordinamento, che vede coinvolti, con la Provincia autonoma di Trento e la Regione Lombardia, i Comuni rivieraschi sia trentini sia lombardi, nonché i Comuni rivieraschi del Chiese del Trentino e della Lombardia. Il secondo punto chiede di «prevedere tra le azioni connesse con l’accordo di programma un progetto pluriennale di ricerca scientifica – anche con il coinvolgimento delle Università, delle Arpa e dei centri studi più specializzati (come il Museo tridentino di scienze naturali) – indirizzato a migliorare in modo permanente la qualità delle acque del lago». Il punto numero tre invita «a sostenere e promuovere un progetto interregionale per la valorizzazione e la promozione turistica del lago d’Idro anche a livello internazionale, coinvolgendo le aziende provinciali/regionali per il turismo e le locali associazioni/consorzi pro loco trentine e lombarde». Il quarto è il punto capace di far saltare di gioia i rivieraschi, e in primis il Coordinamento delle Pro loco, che ha ingaggiato da oltre un anno una battaglia durissima in materia. Infatti il consiglio invita la giunta «a intervenire, nell’ambito delle proprie competenze, per giungere all’obiettivo di fissare la quota minima demaniale del lago possibilmente alla misura storica di 368 metri sul mare, attivando tutte le iniziative possibili per arrestare i fenomeni di alterazione quantitativa e qualitativa del bene demaniale ed ambientale del lago d’Idro».

Infine un argomento tutto trentino. Si chiede di «garantire la naturalità nonché l’armonico sviluppo e la vita del Sic It 3120065 "Lago d’Idro" (il biotopo di Baitoni, ndr) in territorio del Comune di Bondone e a questo fine ad assegnare all’Ufficio biotopi la priorità e gli adeguati finanziamenti al fine di predisporre entro il 2007 il piano di gestione del Sic». Contenti? «Raggianti», esplode Gianluca Bordiga, portavoce del Coordinamento Pro loco, che ha indetto ieri un incontro per fare il punto. «Vuoi vedere che il nostro lavoro comincia a dare frutti?».

 

     

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